Andrea Putzu condannato. C’è l’udienza di annullamento, i dem: “Chiarire se candidabile”


Andrea Putzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia
Ascoli, 3 agosto 2025 – Una campagna elettorale breve ma infuocata, vissuta tra scandali, indagini, denunce, esposti. Mentre in casa centrosinistra si sta sospesi in attesa dell’esito delle indagini aperte su diversi fronti, dentro Fratelli d’Italia il terremoto Putzu ha creato non poche difficoltà. Il consigliere regionale, eletto nel 2020, è stato oggetto di un esposto al Consiglio regionale da parte di Saturnino Di Ruscio, allora primo dei non eletti, che contesta la regolarità della sua elezione, alla luce di una condanna definitiva ricevuta nel 2018. Condanna a otto mesi e 20 giorni, senza l’applicazione delle attenuanti generiche, per falso ideologico che Putzu ha dimostrato non essere riportata sul casellario giudiziario.
Ieri il consigliere di FdI ha chiesto al tribunale di Sorveglianza di Ancona, tramite il suo avvocato Massimiliano Tarulli, la riabilitazione, una possibilità per chi dimostra di aver compiuto un percorso di revisione e di ottima condotta che di fatto annulla gli effetti della condanna. L’udienza è fissata a brevissimo, già mercoledì prossimo, 6 agosto: impossibile per il Consiglio regionale valutare prima l’esposto di Di Ruscio, e per questo si è mobilitato il gruppo assembleare del Partito Democratico, visto che secondo l’esposto dell’ex sindaco di Fermo l’attuale consigliere Andrea Putzu sarebbe risultato incandidabile alle elezioni del 2020 proprio a seguito della condanna. Per tale motivo, i componenti dem dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale, Micaela Vitri e Maurizio Mangialardi, hanno chiesto al presidente Dino Latini una riunione urgente per domani, al fine di conoscere gli esiti istruttori che gli uffici stanno svolgendo per verificare la legittimità dell’elezione di Putzu e le possibili conseguenze sulla validità degli atti del consiglio regionale: “Anche perché, qualora arrivasse la conferma che Putzu non poteva essere candidato nel 2020, avrebbe votato atti non potendolo fare – scrivono i dem –. Riteniamo che il presidente Latini debba convocare già domani l’Ufficio di presidenza per far sì che la questione venga chiarita e siano ripristinate le condizioni di trasparenza”.
Intanto il presidente Francesco Acquaroli, nelle prime dichiarazioni sulla questione, ha di fatto blindato la candidatura di Putzu non ritenendo che ci siano problematiche insormontabili, parole che per Mangialardi e Vitri sono “gravi e inopportune. Non spetta certamente a lui dire se il suo uomo sia candidabile o meno, visto che l’applicazione della normativa vigente non è certo una sua prerogativa. E questo sconfinamento di potere non solo non gli fa onore, ma dimostra ancora una volta l’insofferenza del presidente e della sua maggioranza per le regole più elementari della democrazia”. Una polemica che tiene banco anche a Fermo dove Putzu era ormai il candidato ufficiale del partito e con i manifesti già in giro, insieme al consigliere comunale Gianluca Tulli, alla sindaca di Rapagnano Elisabetta Ceroni e la consigliera comunale di Petritoli Francesca Ascensi. Un rebus che si chiarirà entro i prossimi giorni, dentro una corsa sempre più a ostacoli, verso il palazzo di Regione.
İl Resto Del Carlino